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INTERVISTA AD ANDREA ZAMPEDRI – MASTER 1

Un altro cavallo di razza in casa Lissone Mtb
Non c’è dubbio che la società del Lissone Mtb vanta nel suo “roster” pedine di grande spessore per quanto concerne il movimento amatoriale. Il discorso cade a pennello anche su Andrea Zampedri, atleta Nato a Trento il 16/01/1988, originario della Valsugana, residente ora in valle dell’Adige presso Mezzocorona.
Professione?

Diplomato perito agrario e lavoro presso l’istituto di ricerca Fondazione Mach come tecnico di laboratorio per le analisi chimiche delle acque di laghi, fiumi e piogge

Ciao Andrea. Curiosità mia, nostra, la tua storia sportiva?

Ho iniziato a correre all’età di 6 anni (anche se la mia prima bici con manubrio da corsa ce l’avevo già a 3 anni con le rotelle, costruita su misura) grazie alla passione trasmessa da mio padre, nella squadra di casa l’Aurora Petrolvilla, dove sono rimasto fino all’età di 13 anni. Ho ottenuto molti risultati, tante domeniche ero sul podio, e ho condiviso dei bei anni con atleti del calibro di Daniel Oss. Sono poi passato al Veloce Club Borgo, dove ho trovato un altro campione, Matteo Trentin, con il quale abbiamo trascorso degli anni davvero divertenti e con molti risultati (lui un po’ di più di me a dire la verità…). Sono passato poi, da juniores, alla Liquigas (squadra satellite dell’allora Liquigas Cannondale). Da qui non ho avuto i risultati sperati e ho quindi deciso di dedicarmi a finire gli studi, diplomarmi e…. fidanzarmi… HAHAHA.

Come ti sei avvicinato al ciclismo e mtb?

La passione per la bici è davvero forte in me. Sono cresciuto, a pane e bici. Ho masticato praticamente solo ciclismo fin dalla nascita e così, mi ero ripromesso che, una volta sistematomi lavorativamente parlando, avrei riattaccato il numero sulla schiena. Il ciclismo è uno sport di fatica, individuale e di sacrificio. Io non faccio fatica a compiere sacrifici per ciò che mi piace, e proprio perché lo ritengo uno sport dove si deve faticare con se stessi, ho pensato di provare la MTB. Nella MTB il risultato che raggiungi è frutto del tuo lavoro e della tua dedizione (mentre magari nel ciclismo su strada ci sono altre dinamiche in atto), mentre nella MTB serve bravura, dedizione, sopportazione alla fatica, impegno e determinazione. Cose che a me non mancano, e per questo me ne sono subito innamorato

Miglior risultati ottenuti?

Molte soddisfazioni nelle categorie giovanili ma le soddisfazioni più grandi arrivano proprio dagli ultimi anni in MTB dove sono cresciuto molto. Ho vinto il Marathon Tour per 3 anni consecutivi, 4 anni sul podio Trek Zerowind con la vittoria nel 2018, 4 podi su 4 partecipazioni al Sellaronda Hero, molti podi nelle Marathon Nazionali e soprattutto il campionato italiano 2018 al Sestriere

La giornata che ricordi con maggior orgoglio ed entusiasmo?

Ce ne sono due che ricordo particolarmente nella mia carriera: la prima il 16.07.1995 quando ho vinto la mia prima gara in assoluto, proprio il giorno del compleanno di mio padre e la seconda sicuramente freschissima il 1/7/2018, una data che per me rimarrà impressa nella mente, con la vittoria del tricolore Marathon al Sestriere. Una gioia che ho potuto condividere in primis con la mia fidanzata, e che penso un po’ sia anche sua, visto che mi segue a tutte le gare, e poi con il mio nuovo team il LISSONE MTB al quale sono approdato proprio in quell’anno

La peggiore?

La peggiore il campionato dell’Emilia-Romagna, che ho corso da Juniores, dopo 100km a quasi 50 di media abbiamo preso una salita eterna (così ci avevano detto in partenza) ad una velocità spaventosa, dopo pochi chilometri davanti sono rimasti solo una quindicina di atleti, mentre tutti gli altri, compreso io, saltavano come birilli. Mi affianca la mia ammiraglia, mi chiede se volessi qualcosa da bere/mangiare o se ero apposto. Li per li non mi serviva niente, così l’ammiraglia mi dice: “ok ti aspettiamo in cima”. Man a mano che salivo mi sentivo vuoto, tutti gli altri atleti si ritiravano e salivano sui furgoni a bordo strada, io ero costretto ormai ad arrivare in cima. Ricordo solo che gli ultimi 2km zigzagavo, non avevo più nulla in corpo. La cosiddetta crisi nera, la peggiore della mia vita

Da quanti anni sei in Lissone mtb ed un tuo giudizio sul team?

Sono a Lissone Mtb dal 2018. Sono approdato in questo fantastico team grazie a Fabio Montanari e Enrico Leva che mi ha voluto fortemente tra le loro fila. Beh, che dire. Ho trovato un vero team, come quando correvo su strada. Non è la classica squadretta amatoriale del paese, ma un team ottimamente strutturato, che ti dà la possibilità di correre al 110% e oltre a questo ti fa sentire a casa. Ti mette allegria, voglia di correre e trasforma l’ambiente teso delle gare in una giornata positiva per tutti. Questo è sicuramente possibile anche grazie a tutti gli sponsor che ci supportano e sostengono.

Il percorso che prediligi di più?

Amo le gare di lunga distanza. Più sono lunghe meglio è, ed in particolar modo le gare alpine. Dalle Dolomitiche del mio Trentino a quella che, sicuramente è la più adatta alle mie caratteristiche ovvero l’Assietta. Io sono infatti un atleta che si esprime al meglio in alta quota

Come ti alleni?

Se me lo chiedi adesso… sul balcone o in stanza. Mentre nel resto della stagione sono un tipo molto metodico e meticoloso e cerco di fare le cose sempre per bene strutturandomi un piano ben definito per tutta la stagione
Una cosa che avresti voluto fare in ambito sportivo e nella tua vita quotidiana?
In ambito sportivo avrei sicuramente voluto riuscire ad emergere per cercare di arrivare al professionismo. Ma le qualità non erano sufficienti.

Nella vita quotidiana?

Sicuramente provare a fare la vita da atleta al 100% e quindi farlo come lavoro

Il tuo sogno nel cassetto in ambito sportivo?

Oramai il treno per arrivare al sogno di ogni sportivo è passato da un po’. Mi accontento di quello che sono riuscito ad ottenere a livello MTB. Il sogno sarebbe ripetere la conquista di un titolo italiano. Dovrò però aspettare almeno due anni mi sa, visti i percorsi del 2020 e 2021

Un tuo pregio, un tuo difetto

Il pregio è sicuramente la meticolosità e la determinazione. Un difetto è l’essere troppo impostato e programmatico che a volte mette dei limiti

Un commento sulla fantastica bici Trek

Che dire… Semplicemente impressionato dalla nuova Supercaliber. Cicli Conti ci ha fornito questo nuovo mezzo di casa TREK che secondo me, si è superata nello studio e nella messa appunto di questa bici. Inizialmente ero un po’ scettico, avendo corso su Procaliber e anche Top Fuel, fino a quel giorno preferivo di gran lunga le front e quindi Procaliber; ma non appena ho potuto testare con mano la nuova nata del 2020 mi ha impressionato per l’estrema rigidità che riesce a trasmettere al biker, facendola sembrare una front a tutti gli effetti nei rilanci e in salita, ed allo stesso tempo, quanto riesca a copiare il terreno, dare fluidità nello sconnesso e precisione di guida in discesa. Un mezzo davvero “futuristico”, in quanto, a mio avviso, uno scalino sopra a tutta la concorrenza a livello di progettazione. È diventata ben presto la mia bici preferita!

Un saluto ai tuoi compagni di squadra e se rimani in contatto con alcuni di loro?

Noi siamo in contatto costante tramite il gruppo WhatsApp del team, e qualche cavolata la scriviamo quotidianamente. Sperando di rivederci il prima possibile in griglia. Ciao a tutti ragazzi e mi raccomando… testa bassa e…. RULLARE…!!!!